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Erano i primi di Maggio e già erano passate un paio di settimane …
Era tardo pomeriggio, quando Françoise si sedette in un noto bar di Tokyo ad aspettare Albert e Seven. Il sole stava cominciando a tramontare e lei rimase incantata ad osservare quella sfera incandescente, che lentamente si nascondeva dietro agli alti grattacieli della capitale.
Un bip la distrasse da quel panorama: - Scusa, siamo 10 minuti in ritardo. Albert. -
Françoise lesse il messaggio e sospirò … ritornò con la mente alla giornata appena trascorsa e si fermò a riflettere un attimo: quella mattina aveva chiesto ad Albert se poteva accompagnarla in centro, aveva voglia di fare una passeggiata nel Parco di Ueno, sotto i ciliegi in fiore.
Da quando si era trasferita in Giappone, aveva imparato ad apprezzare numerose tradizioni della cultura del Sol Levante e tra queste in particolare l’Hanami.Hanami, letteralmente significa “ammirare i fiori” ed è la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi da fiore, i Sakura. Il fiore del ciliegio, la sua delicatezza, la brevità della sua esistenza sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita, della bellezza dell'esistenza.
Françoise aveva passato buona parte del giorno, nel parco, a camminare sotto i sakura in fiore e a respirare il loro delicato profumo, quel giorno aveva bisogno di starsene da sola a riflettere …
Verso l’ora di pranzo si fermò a prendere un tramezzino e un tè in un bar vicino al parco, si mise a sedere e cominciò ad osservare il cielo azzurro e gli enormi alberi di ciliegio rosa pallido che si stagliavano alti in cielo. Assorta nei suoi pensieri, non si accorse del giovane uomo che la stava osservando da un tavolo vicino. Era giovane, sui trent’anni, alto e moro, dai lineamenti orientali, vestito con un elegante completo nero e un paio di occhiali da sole. Lui continuò ad osservarla da sotto gli occhiali per parecchi minuti, poi si alzò e si avvicinò a lei:
- Buongiorno … - le disse
Françoise si riscosse dai suoi pensieri, qualcuno l’aveva salutata, la voce che era giunta alle sue orecchie le era sconosciuta, ed era molto decisa e virile. Si voltò nella direzione della voce e si trovò di fronte il tipo molto elegante che la osservava sorridendo. Lo guardò un attimo e pensò se per caso si conoscessero.
L’uomo, notando lo sguardo perplesso della ragazza, si tolse gli occhiali e si presentò:
- Piacere, il mio nome è Kami Kuro-kawa. 1- le porse la mano, sfoderando un sorriso sicuro e sensuale allo stesso tempo.
Esitò un attimo, ma poi anche Françoise si presentò, dandogli la mano: - Piacere … Il mio nome è Françoise Arnoul.-
Kami continuava a guardarla fisso e Françoise cominciò a sentirsi a disagio, lui se ne accorse e si scusò immediatamente.
- Scusami, non volevo farti sentire a disagio … Posso accomodarmi? -
Françoise gli fece cenno con la testa di sì.
Kami si accomodò di fronte a lei e guardandola negli occhi continuò a parlare:
- Sono un fotografo di moda. Sono qui in Giappone per un importante reportage fotografico, per la nuova collezione di abiti di una nota stilista giapponese.-
Françoise lo guardò senza dire una parola, continuava a non capire perché quell’uomo si fosse avvicinato a lei.
Kami sembrò capire i suoi pensieri : - Immagino che ti starai chiedendo perché mi sono avvicinato a te … beh, vedi … io ho a che fare con donne bellissime,eteree, bambole di porcellana perfette, ma senza anima. Per questo reportage però ho bisogno di una modella che esca fuori da questi standard, che sia ghiaccio e fuoco allo stesso tempo. Come forse hai potuto intuire, è una collezione molto particolare, che esula dalle solite banali collezioni. La stilista ha saputo mescolare e dosare perfettamente luce ed oscurità, innocenza e malizia, purezza e lussuria. Un delicato equilibrio che non è alla portata di tutti. E’ molto facile cadere nella volgarità e nel cattivo gusto in situazioni come queste … - l’uomo lasciò cadere nel vuoto l’ultima frase.
Françoise continuava a guardarlo e a chiedersi perché stesse raccontando quelle cose proprio a lei.
Kami sorrise un attimo, sembrava che capisse i suoi pensieri e continuò: - Venendo al punto: io penso che tu saresti perfetta per questa collezione.-
Françoise spalancò gli occhi e la sua espressione passò dall’incredulo all’imbarazzato in pochi istanti.
- Come, scusa?!? –
Le parole le uscirono dalla bocca senza preavviso: la sua bocca aveva corso più del suo cervello.
Kami senza un minimo di esitazione continuò:
- Non sto scherzando. Penso che tu sia perfetta per questa collezione. Ho parecchi anni di esperienza sulle spalle e ormai so riconoscere ad occhi chiusi cosa si sposa perfettamente tra di sé. –
Sembrava molto deciso e sicuro di quello che stava dicendo, forse anche troppo …
Françoise, invece, si sentiva al contrario molto insicura e imbarazzata.
Kami tirò fuori, dal taschino interno della giacca un biglietto da visita e una penna, dietro al biglietto scrisse un indirizzo, la data e un’ora, poi, glielo porse dicendole di non mancare : lui l’avrebbe aspettata lì!Detto ciò, si rimise gli occhiali e si alzò andandosene via, salutandola con un cenno della mano.
Françoise rimase allibita e perplessa … incredula di fronte a quello che era successo. Rimase seduta, a lungo, con quel biglietto fra le dita, guardando e riguardando il piccolo pezzo di carta. Senza accorgersene si era fatto tardi e a ricordarglielo fu il messaggio di Albert che le diceva in che punto trovarsi e che con lui c’era anche Seven. Avendo paura di fare tardi si incamminò di passo svelto verso il punto di ritrovo, dimenticando per un attimo quello strano incontro.
Arrivò in anticipo e si mise a sedere ad un tavolo del bar. Si perse a guardare il tramonto e le sfuggì un sussurro:
- … ghiaccio e fuoco … -
Tutto questo le passò per la mente in quei dieci minuti in cui aspettò i suoi amici.
Albert e Seven arrivarono scusandosi per via del ritardo.
Seven si scusò in prima persona, perché il ritardo era avvenuto per colpa sua:
- Scusaci Françoise! E’ stata tutta colpa mia ! Mentre salivo in auto ho avuto un piccolo disguido … -. E mentre lo diceva, la sua faccia si colorò di rosso.
Albert lo canzonò: - Sì,certo…! Un piccolissimo disguido …! Si dice così, ora?! Sai, Seven : si dice che, se ti metti un vestito troppo stretto è ovvio che questo si strappi …! –
Seven si sentii sprofondare nel pavimento per la vergogna, ma prima di venire inghiottito dalle profondità terrene, mugolò contro Albert:
- Certo che te lo potevi risparmiare di fronte a Françoise i dettagli …-
Udendo ciò, Françoise e Albert si misero a ridere di fronte a Seven completamente imbarazzato!Mentre tornavano in auto verso la base, i ragazzi chiesero a Françoise come fosse andata la giornata e lei, in modo molto vago e laconico, rispose che era andata bene.
Non aggiunse altro … neanche un accenno a Kami.
Ad Albert sembrò strano il suo atteggiamento : era assente e pensierosa.
Ormai erano passati parecchi giorni da quell’ultima missione, eppure, Françoise, tendeva ad essere stranamente assente. Spesso se ne stava chiusa in camera sua ad ascoltare musica o a leggere e sembrava gradire poco la compagnia degli altri, tuttavia, non era detto che il suo comportamento fosse legato a quello che era successo …
Arrivati alla base che era già ora di cena, Françoise, Albert e Seven si diressero in cucina, pensando di essere in ritardo e che, ormai, il pasto fosse pronto e servito a tavola, invece, in cucina c’erano Jet e Joe che stavano guardando sconsolati, con il sopracciglio inarcato, il frigorifero.
Jet si accorse dell’arrivo degli altri e si voltò con un grande sorriso verso di loro:
- Ottimo! Siete tornati! Stavamo morendo di fame … Françoise, puoi cucinare qualcosa, per favore grazie! –
Il discorso di Jet, più che una gentile richiesta, sembrava un ordine categorico.
Questa volta, fu il turno di Françoise di inarcare il sopracciglio, tuttavia, se voleva mangiare era meglio che si rimboccasse le maniche e si mettesse a preparare la cena.
Albert guardò Jet in malo modo, poi si rivolse a Françoise dicendole che le avrebbe dato una mano a cucinare.
Jet fece finta di niente e si mise a sedere a tavola, aspettando la cena.
Gli altri lo guardarono tutti di sbieco: in certi momenti era veramente irriverente!
Anche Seven e Joe diedero una mano in cucina per velocizzare i tempi.
Alla fine la cena fu messa in tavola.
Seven tentò di fare un complimento a Françoise, che aveva preparato la cena, ma quello che ne venne fuori non fu proprio un complimento:
- Françoise, hai preparato una cena buonissima! Sei veramente una brava donnina di casa! –
All’affermazione infelice di Seven alzarono tutti lo sguardo, guardando verso l’interessata
Françoise non fece una piega e concluse l’imbarazzante situazione con un: - Ne sono felice! - si alzò e cominciò a sparecchiare la tavola e mentre lo faceva, pensò che tra lei e Cenerentola ci correva solo la cenere, sospirò lievemente e si impose di far finta di niente.
Seven si sentii sprofondare, nuovamente, nell’oscurità del terreno, ma la serata era ancora lunga e questo non lo sapeva.
Il discorso che emerse in seguito, fu la ciliegina sulla torta e fu anche la goccia che fece traboccare il vaso … il vaso di Pandora.
Jet cominciò a prendere in giro Seven per il disguido del pomeriggio: - Seven, ma come ti è venuta in mente un’idea del genere?! Vestirti in tiro, con un completo che ti strizzava come un salame! Ma su chi pensavi di fare colpo?! –
Mentre Jet se la rideva, Joe iniziò a guardarlo con aria di rimprovero, ora stava esagerando.
Joe pensò, che già il modo in cui si era appellato prima a Françoise era inaccettabile e che era ora di farlo calmare, fece per aprire bocca per riprenderlo, ma Jet fu più veloce di lui:
- Seven, è inutile. Tu non puoi emulare Joe, non sei cool come lui!! Non pensavi mica di fare colpo su qualche principessa, venuta da chi sa dove?! Sai, quello è prerogativa di Joe! Solo lui, si ritrova le principesse in auto, pronte a cadergli ai piedi al primo sguardo … -
Ci fu un attimo di silenzio generale, a Joe mancò il respiro, Albert si gelò sul posto, Seven fu inghiottito totalmente dalle tenebre terrene, e Françoise … Françoise sembrò non aver sentito neanche volare una mosca, ma in realtà sentii una forte fitta al petto, all’altezza del cuore.
Joe interruppe il monologo di Jet:
- Ora basta! Jet, finiscila di prendere in giro Seven! Il gioco è bello finché dura poco - il tono di voce di Joe non dava spazio a repliche: era stato categorico.
La serata si concluse in un silenzio generale.
Françoise terminò di mettere a posto la cucina e diede la buona notte a tutti, nonostante fosse ancora presto, adducendo la scusa che era stanca della camminata del giorno.
Arrivata in camera, chiuse la porta dietro di sé, si appoggiò alla porta e si fermò a rifletter su come si sentiva.
Alzò lo sguardo verso la parete di fronte a lei e vide la sua immagine riflessa nello specchio.
Si guardò: era proprio lei quella che vedeva nello specchio? … Sembrava una canzone senza melodia, un quadro senza colori, una voce senza timbro … eppure, c’era un tempo che guardandosi allo specchio si reputava carina … da cosa era derivata tutta quella insicurezza? E quella bassa stima di sé? … In cuor suo sapeva chi era riuscito a fare questo, chi era la persona che l’aveva resa così insicura di se stessa … ma non riusciva ad accettare la cosa.
Non voleva ammettere che un’altra donna l’avesse resa così fragile.
Si guardò di nuovo nello specchio e invece di vedere la sua immagine, vide il riflesso della principessa Caterina: così bella, radiosa e spensierata, ribelle e innocente allo stesso tempo, sicura di sé, coraggiosa e sfrontata, lei non aveva paura di prendersi ciò che voleva.Françoise chiuse gli occhi e li riaprì, rivide la sua immagine nello specchio e decise di accettare la sfida con sé stessa: sarebbe diventata ghiaccio e fuoco allo stesso tempo, era una promessa, avrebbe dimostrato di non essere la piccola e sfortunata Cenerentola, si sarebbe preso il suo lieto fine.
Il vaso di Pandora aveva appena cominciato ad aprirsi ed il vero dolore doveva ancora fluire nelle vene di Françoise.Arrivò il giorno dell’appuntamento e Françoise tremava all’idea della strada che aveva deciso di intraprendere: da quella decisione sarebbe nata una nuova lei, ma a quale prezzo?
Con una scusa banale si fece accompagnare da Albert in città.
Non aveva detto niente a nessuno: nessuno sapeva di Kami e della proposta che le aveva fatto e in realtà nessuno lo doveva sapere, finché non avesse intrapreso la sua decisione in modo definitivo. Gli altri non avrebbero capito e probabilmente l’avrebbero derisa, dicendole che non ne sarebbe stata all’altezza.
Françoise si trovò di fronte all’indirizzo scritto sul biglietto da visita.
Era quasi l’ora dell’incontro e lei sentiva le gambe tremare: era paura? Si fece coraggio ed entrò nel palazzo.
L’indirizzo indicatole era quello di un enorme grattacielo ricoperto di vetri a specchio.
Nella hall, molto raffinata ed elegante, trovò la receptionist a cui spiegò di avere un appuntamento con il signor Kuro-kawa.
La signorina sapeva già dell’appuntamento:
- Signorina Arnoul, il signor Kuro-kawa mi aveva già avvisata del suo arrivo. Prego, le faccio vedere dove andare - la signorina l’accompagnò all’ascensore e le indicò il piano su cui doveva salire - L’ufficio del signor Kuro-kawa si trova al 26’ piano! -
Françoise spinse il bottone numero 26 e il suo destino iniziò definitivamente a cambiare …
Arrivata a destinazione, una ragazza, probabilmente l’assistente del signor Kuro-kawa, le andò incontro e l’accompagnò verso un ufficio con delle porte in vetro opache:
- Prego signorina Arnoul. Il signor Kuro-kawa la sta aspettando – dicendo così, le aprì la porta del lussuoso ufficio.
Seduto ad un tavolo di cristallo vi era Kami, intento a guardare dei fogli.
Era un ufficio molto grande e raffinato: poltrone e divano in pelle color ghiaccio, delle librerie in ebano con raccoglitori di pelle, quadri di foto che ritraevano volti di donna e luoghi lontani. Alle sue spalle si poteva vedere una vista di Tokyo che avrebbe tolto il fiato a chiunque.
Appena Françoise entrò nella stanza, Kami alzò lo sguardo dai fogli e le sorrise. Dalla sua espressione sembrava proprio che stesse aspettando il suo arrivo, anzi, ne era sicuro.
- Ben arrivata Françoise!Ti stavo aspettando con ansia! –
Kami, dicendo ciò, si alzò e le andò incontro.
Françoise rimase senza parole di fronte alla sua sicurezza, tentò di nascondere il suo stupore e gli rispose salutandolo con un sorriso.
Lui, intanto, continuò a parlare:
- Mentre ti aspettavo, stavo organizzando il tuo programma per la giornata! Oggi sarà un giorno molto impegnativo: avrai l’incontro con il parrucchiere, la manicure, il truccatore e il fashion stylist. A fine serata incontrerai a cena, in una serata di gala per la presentazione della collezione, Akiko, la stilista per cui poserai e sfilerai -
Françoise fu travolta da quel fiume di parole e sentì come se la terra sotto i piedi le scivolasse via. Le girava già la testa e ancora doveva cominciare tutto.
Kami, notando il suo stordimento, la fece accomodare sul divano, si sedette accanto a lei e con uno sguardo sensuale e sicuro la rassicurò:
- Vedrai che sarà tutto molto semplice e filerà tutto liscio, e poi … ci sarò io accanto a te! –
Mentre l’uomo faceva questa ultima affermazione, si avvicinò a lei, guardandola dritta negli occhi.
- Sei pronta per diventare ghiaccio e fuoco? -
Françoise si riscosse da quel torpore in cui era caduta e rispose con sicurezza, sostenendo lo sguardo dell’uomo:
- Sì. Sono pronta a diventarlo -
Tutto quello che avvenne nelle ore successive, fu un uragano di emozioni e sensazioni che non aveva mai provato. Kami l’accompagnava lui stesso nei vari luoghi e appuntamenti, parlando e consultandosi con i vari professionisti: lui sapeva benissimo quello che Françoise doveva diventare.
Mentre il parrucchiere tagliava via i suoi capelli, accorciandoli e sfilandoli, Françoise si sentiva strana, le sembrava che la sua vita stesse per cambiare in modo irreparabile, ma non capiva per quale motivo avesse quella sensazione. Il trucco accentuò quella sensazione: si guardava allo specchio e non si riconosceva, tuttavia, questa volta, la cosa stava iniziando a diventare piacevole, e mentre il truccatore completava la sua opera, sorrise in modo quasi malizioso alla sua nuova immagine.
Kami sembrava soddisfatto della trasformazione e anche Françoise!
Più tardi, mentre salivano in ascensore verso il fashion stylist, Kami le consigliò di avvisare a casa che non sarebbe tornata stanotte.
Françoise lo guardò stupita:
- Ma…-
Kami la interruppe subito:
- La cena di presentazione potrebbe durare fino all’alba. E’ meglio che avvisi, altrimenti si preoccuperanno! –
Françoise annui e pensò a quale scusa inventare con i ragazzi … ma, non ebbe molto tempo per farlo, perché, giunsero a destinazione.
Kami , facendole strada, le sottolineò l’importanza dell’evento di quella sera: era importante che fosse perfetta per l’incontro con Akiko, ed era importante che sapesse indossare i vestiti della collezione.
Françoise si chiese cosa intendesse per sapere indossare un vestito, ma presto lo capì: il vestito che doveva indossare era un abito aderente con corpino in merletto e i lacci sulla schiena, il colore era di un blu oltremare cangiante, impreziosito da cristalli Swarovski della stessa tonalità . A completare il look un paio di sandali sottilissimi in oro bianco e diamanti e una collana in oro bianco con diamanti, fatta da elementi quadrati e circolari che alternandosi l’uno all’altro formavano un collare di pietre scintillanti.
Françoise rimase senza parole, Kami la guardò sorridendo e le si avvicinò, sussurrandole nell’orecchio che solo lei avrebbe potuto indossare quei preziosi particolari.
- Françoise, è ora che tu vada a cambiarti … -
Lei fece cenno di sì con la testa e si diresse verso il camerino: la sarta l’aiutò prima a svestirsi e poi a indossare il prezioso abito, le scarpe e la collana, non molto dopo, la giovane uscì dal camerino come un angelo che sfiorava il pavimento volando. Kami la guardò intensamente, tanto da farla arrossire.
Si diresse verso quella figura eterea, fermandosi a pochi centimetri da lei :
- Sei perfetta. Nient’altro che perfetta. Akiko impazzirà per te! –
L’uomo davanti a lei era soddisfatto della sua trasformazione, ma Françoise voltandosi verso lo specchio si chiese se fosse ancora lei …
Un po’ dopo, mentre Françoise attendeva che anche Kami si vestisse per la serata, mandò un messaggio ad Albert, dicendo che quella notte sarebbe rimasta a dormire a casa di un’amica. Avrebbe voluto chiamarlo, ma si accorse che non sarebbe stata in grado di dire una tale bugia: in fondo al cuore sapeva che stava commettendo un torto verso i suoi amici, ciò nonostante, ormai era in ballo e doveva ballare.
Intanto, alla base, Albert si chiedeva come mai Françoise tardasse tanto a chiamarlo per andarla a prendere, poi, il cellulare suonò: era un messaggio di Françoise. Albert lo lesse e rimase interdetto, si chiedeva che cosa le stesse passando per la mente, perché rimanere a dormire fuori? Era chiaro che fosse una bugia e questo lo fece arrabbiare, lo fece arrabbiare così tanto che pensò di chiamarla per farle una bella ramanzina, ma poi, si fermò e decise di rispettare il suo volere, dunque, rispose alla ragazza con un messaggio “Ok,ma stai attenta!” Pensò che, forse, le avrebbe fatto bene stare lontana dalla base per più di qualche ora.
Albert chiuse il cellulare e andò ad avvisare gli altri del messaggio ricevuto. Jet sembrava stizzito dalla notizia, mentre Joe non capiva il perché di quella situazione, erano ormai giorni che Françoise si comportava stranamente, si isolava spesso ed evitava la compagnia di tutti loro, e, quando era presente, era come se fosse assente: fisicamente era lì, ma con la testa era da un’altra parte. E anche il suo sguardo era diverso: sembrava malinconico e spento. Ogni giorno, Joe la osservava, ma sembrava che il suo umore non migliorasse; aveva provato a parlarle, ma lei aveva sempre risposto che non era niente.
Joe sospirò preoccupato e gli altri lo osservarono aspettandosi un suo commento, ma lui non disse nulla,si chiuse in un alone di silenzio, riflettendo.
Jet , innervosito, si alzò e se ne andò sbattendo la porta. Albert si rivolse a Joe:
- Allora, Joe, che facciamo? –
Lui lo guardò, rimanendo ancora in silenzio e poi con lo sguardo perso verso la parete, rispose all’amico: - Sa badare a sé stessa. Diamole fiducia. Magari, domani, quando tornerà a casa ci spiegherà tutto –
La risposta non convinse Albert e neanche sé stesso, però … anche volendo, non poteva andare a riprenderla e a riportarla alla base senza il suo volere … sarebbe stato inopportuno e l’avrebbe ferita per la mancanza di fiducia nei suoi confronti, quindi non gli restava che rimanere lì ad aspettare … ad aspettare che il vaso si aprisse lentamente senza poterci fare nulla.
Françoise guardava dal finestrino della limousine la città che scorreva velocemente di fronte ai suoi occhi; era già scesa la notte e pensò che erano passate quasi dodici ore da quando aveva deciso di accettare questa follia. Guardò Kami che stava sorseggiando un bicchiere di champagne: era sempre così sicuro e impassibile, con quell’aria di sfida verso il mondo e quel sorriso sensuale sulle labbra. Per un attimo si chiese quante donne fossero cadute al suo fascino e quante avessero baciato quelle labbra così sexy . Françoise si stupì del suo pensiero e distolse lo sguardo, Kami rimase impassibile, continuando a sorseggiare il suo champagne.
Erano quasi arrivati a destinazione e Kami diede le ultime raccomandazioni alla sua giovane ospite:
- Françoise, ricorda quello che ti ho detto. Guarda sempre dritto negli occhi e tieni la testa alta. Mentre cammini deve sembrare che tu stia camminando su uno scalino più in alto degli altri. Cerca di essere leggiadra come una farfalla che vola e rimani distaccata da tutti. Devi dare l’idea di una dea scesa tra gli umani che li osserva e che non si mischia a loro –
Françoise lo guardò come per ribattere qualcosa, ma lui non le diede il tempo di parlare: - Fa parte del gioco. E comunque io sarò sempre accanto a te –
Il tono dell’uomo era inamovibile e la ragazza rimase in silenzio, non aprì più bocca.
La limousine si fermò, erano arrivati: Kami scese e poi le porse la mano per aiutarla ad uscire dall’auto, finalmente, fecero la loro entrata alla festa, destando la meraviglia di tutti i presenti, che erano estasiati e rapiti dalla bellezza di quella dea che camminava tra loro.
Françoise si irrigidì dall’emozione e Kami, accorgendosene, si avvicinò con le labbra al suo orecchio e le sussurrò:
- Rilassati. Non c’è nessuna donna più bella di te. Sei così bella che se fosse stato per me ti avrei fatto indossare solo la collana di diamanti e niente altro … -
L’ultima frase fece arrossire Françoise fino alla punta dei capelli: nessuno le aveva mai parlato così audacemente, sentì un brivido percorrerle la schiena e il cuore cominciò a batterle velocemente. Anche il respiro le si era fatto irregolare, stava tentando di calmarsi, ma quella frase le aveva totalmente sconvolto i sensi: per la prima volta capì cosa significasse essere l’oggetto del desiderio di qualcuno! Si accorse di tremare come una foglia, ma all’improvviso, come un fulmine che le attraversò i pensieri, rivide il volto di Caterina: il sangue le si gelò, ma si ricordò della promessa a sé stessa e il suo sguardo mutò, diventando sicuro e distaccato, come si era raccomandato Kami.
Françoise fu, poi, presentata ad Akiko, la quale rimase entusiasta della ragazza e della scelta del fotografo. I giornalisti immortalarono la scena del loro incontro, definendolo come l’incontro tra l’artista e la sua creazione vivente.
Lei passò la serata a volteggiare tra gli invitati che la ammiravano e la desideravano, sentiva persone che la definivano più preziosa delle perle e più luminosa delle stelle, tutta quella attenzione la stava ubriacando e le sembrava di volare veramente ad un metro da terra. Le sensazioni che la pervadevano erano così piacevoli, che pensò che avrebbe potuto non farne più a meno.
La festa si protrasse fino all’alba e, mentre se ne andava via sottobraccio a Kami, pensò che avrebbe potuto abituarsi a tutto quello sfarzo e a quella vita frenetica. Salendo sulla limousine. Francoise vide il sole sorgere e pensò che fosse una delle albe più luminose che avesse mai visto.
Era mattino e Joe non aveva chiuso occhio: era rimasto a sedere sulla poltrona in salotto a fissare il cielo stellato, pensando che era lo stesso cielo che vedeva anche Françoise in quel momento, da qualche parte della città: le stesse stelle e la stessa luna che, vegliavano sulla vita e sul sonno di tutti. Vide sorgere il sole e pensò che, per la prima volta, non era lui che si svegliava in qualche parte del mondo senza di lei, ma era lei a svegliarsi lontana da lui.
Quel pensiero gli sembrò strano e triste allo stesso tempo, ma non poté trattenerlo neanche a sé stesso, sospirò e disse a voce bassa: - Françoise, dove sei?Torna presto … - e il suo sguardo si perse nel cielo illuminato dai primi raggi del sole.
Nello stesso istante, Françoise si svegliò in un letto completamente bianco, con indosso solo la biancheria, spalancò gli occhi e si alzò a sedere, chiedendosi cosa fosse successo: ricordava l’alba e poi più nulla.
Dove si trovava? E di chi era quel letto? Si guardò intorno e notò che la stanza era molto raffinata, ma prettamente dalle linee maschili, ne dedusse che doveva essere la camera di un uomo. Cominciò a sentire il panico impossessarsi di lei. Che cosa aveva combinato? Si guardò ancora intorno e notò che sulla poltrona si trovavano i suoi vestiti, così, scese dal letto e si vestì rapidamente. Le mani continuavano a tremarle, mentre si vestiva e la sua testa era in confusione totale, tuttavia, uscì dalla stanza e scese le scale fino al pian terreno.
Era una casa molto elegante e lussuosa, dalle linee alquanto fredde e spartane: con terrore scese anche l’ultimo scalino chiedendosi chi si sarebbe trovata davanti. Che cosa avrebbe mai potuto dire perché non pensassero male di lei? Pensò che era difficile non pensare male di lei in quella situazione e che si era spinta troppo in là. Con questi e altri pensieri arrivò fino in cucina, da dove aveva sentito provenire dei rumori. Inghiottendo a fatica e passandole anche per la testa di scappare senza dire nulla, si fece forza e andò incontro a quello che, forse, aveva combinato. Spalancò gli occhi quando vide, a sedere tranquillamente mentre sorseggiava il suo caffè, Kami. Era vestito tutto di bianco, l’opposto di come si vestiva a lavoro. Lui sembrava che l’avesse sentita arrivare e con uno dei suoi soliti sorrisi le diede il buongiorno.
Françoise con voce instabile non riuscì a dire altro:
- Che è successo? -
Kami la guardò per un attimo perplesso e poi ricomponendosi, le rispose con espressione seria: - Niente. Io non mi approfitto delle donne addormentate come le principesse delle favole! - si fermò un attimo e poi continuò il discorso -Ti ha svestito e messa a letto la mia cameriera. Ed io ho dormito sul divano, perché ero così stanco che non riuscivo a fare un altro passo. –
La voce di Kami sembrò improvvisamente irritata e arrabbiata, Françoise si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo mentre cadeva a sedere sulla sedia di fronte a lui. Lui la guardò un’ultima volta e pensò, che doveva ancora farne di strada quella ragazza, per essere pronta entro la fine dell’Hanami.
Alla base, nel frattempo, Jet stava per alzare un polverone: Jet si era svegliato presto, probabilmente, anche lui aveva dormito poco, un po’ come tutti quella notte ed era uscito a comprare la colazione ed il giornale per tutti.
Albert, Seven e Joe erano in cucina a sorseggiare il loro caffè in silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri.
Jet arrivò spalancando la porta e urlando come un pazzo furioso, al punto che nessuno capì cosa stesse dicendo, riuscivano solo a comprendere qualche parola - … giornale, prima pagina e se la prendo se lo ricorda a vita! -
Joe lo guardava interdetto e gli suggerì di calmarsi e riprendere fiato. - Riprendere fiato?! - protestò lui - Sì,certo! Per dirgliene quattro a quella irresponsabile! –
Dicendo così, buttò sul tavolo il giornale del mattino: in prima pagina vi era una foto di Françoise immortalata tra una serie di VIP della moda, riuniti ad una festa per la presentazione della nuova collezione di abiti della grande stilista Akiko, inoltre, vi era spiegato che, oltre alla presentazione della collezione, era stato presentato il volto che avrebbe indossato la sua collezione come unica testimonial, Françoise Arnoul, appunto.
I ragazzi lessero il giornale e rimasero stupiti, la foto di Françoise era impressionante, sia per la bellezza che per il cambiamento, Joe riguardava la foto tentando di capire se fosse veramente lei.
Jet continuò urlando il suo discorso, ormai il suo tono di voce si era completamente alterato:
- Come ha detto, la signorina? Rimango fuori a dormire a casa di un’amica … come , no?! Bugiarda che non è altro! Ma quando torna, mi sente! E guai a voi se osate dirmi qualcosa! –
Joe, da parte sua non disse una parola, prese il giornale e se ne andò via, lasciando gli altri basiti.
Jet riuscii a dire solo:
- Ora, ci si mette anche lui?!? –
Albert non considerò Jet, ma guardò l’amico uscire dalla stanza: il volto di Joe era enigmatico, non riusciva a capire cosa gli stesse passando per la testa e si chiese se quella reazione implicasse un azione di conseguenza.
Intanto, Kami si era preparato per tornare a lavoro ed era pronto per uscire, quando ricevette una telefonata.Françoise lo stava attendendo in salotto e mentre aspettava, pensò che Kami fosse un tipo veramente particolare: la sua casa era arredata sui toni del bianco e del ghiaccio, con qualcosa di estremamente luminoso e anche lui, a quanto sembrava, nella tranquilliltà domestica si vestiva solo di bianco. Al contrario, sul lavoro tutto si incentrava sul nero, lui stesso si vestiva completamente di nero, solo una cosa , nel suo ufficio, non aveva quel colore ed erano le poltrone ed i divani, come se fossero lì a sottolineare il contrasto. E poi … era così enigmatico e imperscrutabile. Non riusciva, mai, a capire cosa gli stesse passando realmente per la testa: sempre molto sicuro e smagliante, con quel sorriso che avrebbe steso tutti. Françoise pensò anche, che la sua figura lo aiutasse a dare quella impressione: alto e con un fisico atletico e i quei lineamenti così marcati e maschili che contribuivano a dargli quell’espressione da super manager! Le venne da ridere, a pensare che, se gli avesse dovuto dare un soprannome, gli sarebbe calzato a pennello quello di Capitan Awesome!
Kami entrò proprio in quel momento e la guardò con aria di rimprovero:
- Che c’è da ridere? Anzi, perché ridi da sola? Non c’è da perdere tempo. Oggi abbiamo la prima sessione di foto della collezione e tu sei ancora qui! -
Il tono che aveva era di rimprovero e Françoise si ricompose subito.
Salirono, dunque, sull’auto di Kami, una bella Ferrari 599 GTB nera.
A Françoise sfuggì:
- Non avrei mai detto: nera! –
Il tono era ironico e Kami lo colse immediatamente.
- Cosa non ti piace del nero? E’ il mix di tutti i colori in uno. E’ elegante e raffinato. Ed inoltre incute sicurezza, rigore e serietà! –
La ragazza non disse più nulla, notando il tono rigido della voce del fotografo.
Mentre si dirigevano sul set fotografico, Kami continuò a parlarle di certi dettagli da definire:
-Prima di tutto: per tutto il tempo del lavoro dovrai stare qui a Tokyo ed essere sempre reperibile. Secondo: cerca di non sembrare frivola e insicura, ma decisa e sicura di te stessa. Terzo: devi sempre ascoltare i miei consigli e mai fare di testa tua … ovviamente mi riferisco al lavoro. Questo è un mondo difficile, soprattutto per una ragazza fragile come te e senza esperienza. Finché sarai con me non ti succederà mai niente di male. Nessuno ti toccherà o avrà qualcosa da dirti contro, quindi … va da sé che non dovrai mai staccarti da me. Ti farò preparare la camera degli ospiti a casa mia, così saremo sicuri che non ti accada nulla! –
Il discorso di Kami era molto freddo e distaccato: in poche parole, asettico. Si trattava solo di lavoro per lui e non di un minimo di interesse o preoccupazione reale per lei. Françoise capì subito tutto questo e si sentì ferita nell’animo.
Kami se ne accorse e prima di scendere dall’auto le disse:
-Non ti devi sentire offesa. Questo per me è lavoro. Il piacere arriva solo in secondo tempo … e soprattutto in altri posti … -
Françoise arrossì di nuovo fino alla punta dei capelli, come la sera prima: odiava questo lato spiazzante e malizioso di Kami, poiché, la faceva sentire ancora più fragile e inadeguata, anche se, allo stesso tempo, sentiva una sensazione dolce percorrerle la pelle del corpo.
Fu lo stesso Kami ad occuparsi di tutto per la sua pupilla: scelse il trucco e le acconciature per ogni abito, controllava che il suo staff di professionisti eseguissero alla perfezione ogni suo ordine, e, alla fine, giunse il momento del faccia a faccia. Kami portò Françoise sul set e cominciò a darle dei consigli e a dirle cosa volesse che lei esprimesse con il viso ed il corpo. Lei era rigida e impacciata, un pò impaurita da tutto quello che la circondava, dagli occhi scrutatori e impassibili di tutto lo staff.
Il fotografo se ne accorse e cominciò a parlare con lei: - Ascoltami: ripensa a ciò che ti ha fatto male, a ciò che ti ha fatto sentire insicura e imponiti di contrastarlo. Pensa a come vorresti cambiare, quali tuoi atteggiamenti vorresti modificare per sentirti a posto con te stessa. Focalizza i tuoi pensieri su cosa vuoi diventare e concentrati su questo. Tu puoi diventare ed essere chiunque. Hai tutte le potenzialità per essere chi vuoi! –
Kami parlò, stranamente, in modo molto delicato e Françoise cominciò a immaginare nella sua testa, cosa l’avesse resa così insicura di fronte al comportamento di Caterina, cosa del suo carattere l’aveva ferita e cosa aveva invidiato di lei e del suo modo di fare: si focalizzò poi su come lei volesse essere e improvvisamente il suo sguardo mutò di nuovo, divenne più profondo e sicuro, cominciò ad essere veramente uno spettacolo starla a guardare. A sottolineare il cambiamento, furono anche le movenze del suo corpo, che iniziò a muoversi in modo sensuale ed audace; Kami stava riuscendo ad aprire il vaso di Pandora e a far uscire la parte più oscura di lei.
Si era fatto tardo pomeriggio e i ragazzi non avevano ancora avuto notizie di Françoise.
A dire il vero stavano aspettando un segno da lei, ma Jet stava per dare in escandescenza:
- Ora basta! Non so perché mi sono fatto convincere da voi tre a non chiamarla, ma ora mi sono stufato. Ci sta mancando di rispetto. Ci ha preso in giro e ci ha mentito! Ma, ve ne rendete conto? E guardate l’ora: non si è fatta ancora sentire per dirci se sta bene o meno! –
Jet era arrabbiato e triste allo stesso tempo: si sentiva ferito nel profondo dell’animo e non capiva perché gli altri non facessero nulla.
Joe, senza guardare l’amico e con lo sguardo perso in un punto lontano del cielo, rispose:
- Dobbiamo darle fiducia. Non è una bambina e sa badare a sé stessa. E poi, se si è comportata così, c’è sicuramente una ragione … -
Albert lo ascoltò e si accorse che le parole appena dette non erano ciò che pensava realmente: con la testa Joe aveva detto una cosa, ma fra le righe, il suo cuore diceva altro.
Era sera e Françoise era sfinita fisicamente: aveva perso il conto di tutte le sessioni di makeup e haircut e poi di tutti i cambiamenti di abito e set. Ogni volta, Kami pretendeva sempre di più e lei si sforzava di tirare fuori quel lato di sé che lui insisteva a dire, tenesse nascosto. in tutto ciò, però, c’era anche un lato divertente: tutti cercavano di compiacerla e tutti cercavano di esaudire i suoi desideri. Le venne da sorridere ripensando a quando, ad esempio, disse a Kami di aver voglia di un affogato al gelato di nocciola e da lì a 10 minuti glielo portarono; oppure quando a pranzo aveva espresso il desiderio di mangiare fragole, albicocche e uva e, dopo poco, le fu portato un cesto con tutta la frutta lavata e che voleva! E pensare che, quando era alla base, se osava solo desiderare una cosa del genere, sicuramente avrebbe sentito Jet risponderle di andare a prendersela da sola, se ne aveva voglia!
All’improvviso sobbalzò sulla sedia dove era seduta ad aspettare Kami.
- Oh, mio Dio! - esclamò - E’ sera e non ho dato segno di vita ai ragazzi! –
E ora? Cosa avrebbe potuto fare per rimediare al disastro combinato? Sicuramente erano in pensiero e preoccupati, prese, dunque, il cellulare: era acceso, ma nessuna chiamata persa o un messaggio, tra sé e sé pensò che forse non si erano preoccupati minimamente della sua assenza …
Si fermò, così, a guardare il cellulare e decise di mandare un semplice messaggio: se a loro non importava, allora neanche a lei sarebbe importato, ma mentre le passavano per la testa questi pensieri, sentì un magone in gola e le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance. Nel messaggio aveva scritto: “Ciao, Albert. Ti volevo solo avvisare che resterò fuori casa per alcuni giorni. Françoise.” e con questo messaggio, sentì che qualcosa dentro di lei stava cambiando: sentì farsi strada in lei sentimenti come amarezza, tristezza e solitudine; si era sempre fidata di loro, aveva affidato sempre la sua vita nelle loro mani, senza mai un’esitazione ed ora si chiedeva se avesse fatto bene, se veramente loro ci tenessero a lei. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e si rimproverò per questa sua debolezza, la nuova lei doveva essere anche più forte del suo dolore.
Quando Kami arrivò a prenderla, lei aveva ancora gli occhi rossi, lui lo notò e sospirò dicendo:
- Santa ragazza! Se vuoi fare vedere al mondo una nuova te, questo atteggiamento da perdente non va bene assolutamente. Che è successo? Hai litigato con il ragazzo?! –
Il tono di Kami era severo e canzonatorio al contempo, voleva suscitare il lei una reazione e la cosa funzionò:
- Kami … ti va di uscire stasera? - Françoise lo guardò dritta negli occhi, sostenendo il suo sguardo.
Kami studiò un attimo la sua espressione, inclinò leggermente la testa verso destra e con aria indifferente le chiese che cosa intendesse fare.
Françoise rispose decisa: - Andiamo a sfilare per il centro di Tokyo! Gli occhi di Kami si accesero di una luce misteriosa e accettò la proposta della ragazza, ma prima aveva bisogno di alcuni del suo staff e di un vestito della collezione …
Albert lesse il messaggio di Françoise e per la prima volta non riuscì a capirla, non riusciva a capire cosa le passasse per la testa e perché si stesse comportando così con loro; il suo cuore, dopo tanto tempo, si velò di tristezza ed ora cosa avrebbe dovuto dire a Jet, Joe e Seven … ognuno di loro l’avrebbe presa male a modo suo, ciò nonostante, in qualche modo avrebbe dovuto farlo.
La reazione degli altri fu, stranamente, la stessa, si chiusero tutti in un muro di silenzio, Albert li guardò uno ad uno e si chiese perché Françoise stesse agendo così, cosa le avevano fatto per farla comportare così?
All’improvviso Joe si alzò dalla poltrona e disse con voce bassa che sarebbe uscito a fare un giro; gli altri quasi non lo sentirono uscire, tanto fu silenzioso nell’andarsene.
Salì sulla sua turbo 2000 cavalli e, senza alcuna esitazione, mise in moto e partì: non sapeva ancora dove stesse andando, aveva solo voglia di respirare, prima, nella stanza, aveva sentito un terribile nodo alla gola, che gli aveva tolto il respiro.
Guidò fino ad arrivare nel centro di Tokyo, voleva camminare tra le persone e confondersi tra loro, come se fosse un fantasma che nessuno vedeva e respirare i mille profumi della città di notte.
Mentre saliva sulla limousine della ditta, Françoise sembrava pronta per una sfilata di alta moda ed in realtà era proprio quello che avrebbe fatto: la sua passerella sarebbero state le strade di Tokyo, Kami aveva portato con sé la sua macchina fotografica ed era convinto che sarebbe stato un vero spettacolo usare la città come set fotografico.
Prima di scendere dall’auto, l’uomo le chiese se fosse veramente convinta di quello che stava facendo, Françoise non rispose, lo guardò con aria determinata, poi, scese dall’auto. In pieno centro, con le luci della città, la ragazza risplendeva di un bagliore quasi divino, i passanti, quando la videro uscire dalla limousine, rimasero ad osservarla come incantati, lei iniziò a camminare fra loro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Aveva un abito corto, in pizzo bianco con scollo tondo e cintura in gros grain nero, che metteva in mostra le sue snelle e perfette gambe; l’abito era inoltre arricchito, nella parte centrale, da paillettes nere degradanti. I capelli erano raccolti in un chignon alto e fermato con una spilla in diamanti e pietre nere, anche gli orecchini, dei preziosi pendenti, erano in diamanti e pietre nere dure incastonati in oro bianco. A completare gli accessori un bracciale in oro bianco, decorato da una spianata di diamanti neri e bianchi, che disegnavano un’ alternanza di corpi spirali, ed infine, un paio di sandali neri dal tacco a spillo altissimo.Kami era entusiasta: non poteva chiedere di meglio, una modella d’eccezione in un set d’eccezione, l’indomani sarebbero stati di certo su tutte le prime pagine dei giornali, avrebbero suscitato l’interesse di tutti i media e non solo …
Poco distante, Joe fu attirato, improvvisamente, dal mormorio della gente che si era accalcata in una delle piazze del quartiere di Ginza: si avvicinò a vedere cosa stesse succedendo e rimase senza parole. A pochi metri da lui c’era Françoise, stava posando per quel fotografo di cui parlavano nell’articolo del giornale, Joe notò la sua trasformazione e non solo, il suo sguardo non era più quello che conosceva, era uno sguardo duro, impenetrabile e freddo. Il giovane si fece strada tra la calca di gente che guardava lo spettacolo e si pose praticamente di fronte a lei, con l’intento che si accorgesse di lui. Françoise lo vide e per un attimo vacillò sugli alti tacchi, ma si riprese subito e continuò come se lui non fosse lì; Joe la guardava fissa negli occhi:voleva che lei lo considerasse, non se ne sarebbe andato finché non le avrebbe parlato. Ad un certo punto, si spazientì della sua indifferenza e, non curante di Kami, si diresse verso di lei, e le si piantò di fronte guardandola fissa negli occhi. Françoise sostenne sicura il suo sguardo: erano di fronte, l’uno davanti all’altro, il mondo sembrava essersi fermato in quell’istante. Kami guardava incuriosito la scena, voleva proprio vedere come si sarebbe comportata la sua creatura …
- Françoise! - Joe pronunciò il suo nome, ma il suo tono nascondeva una certa emozione e insicurezza.
Lei lo guardò con freddezza e poi fece per andarsene, ma lui l’afferrò per il polso con forza, al punto che le sfuggì un mugolio di dolore.
- Vieni con me! - Joe la strattonò con forza, portandola fuori dalla folla, in un posto più appartato.
La folla e Kami osservavano la scena, incuriositi di sapere come sarebbe andata a finire …
Joe era visibilmente infastidito dal suo comportamento e non solo … riconosceva fin troppo bene quell’aspro sapore in bocca, dal nome amarezza; la tratteneva per le braccia guardandola in viso:
- Ma che ti sta prendendo? … questo non è un comportamento da te! –
A quest’ultima affermazione, Françoise strinse gli occhi in segno di sofferenza, taceva e non diceva nulla, Joe, allora, la lasciò bruscamente e lei perse l’equilibrio, cadendo con i ginocchi per terra. Joe era lì, di fronte a lei, aspettando una sua reazione, una sua parola … sarebbe bastato poco per lui: se solo lei avesse parlato, avrebbe fatto finta di nulla, avrebbe convinto gli altri a passarci sopra e l’avrebbe riportata a casa, ma Françoise teneva la testa bassa e gli occhi chiusi, senza dir nulla. All’improvviso, si sollevò in piedi e si ricompose, lo guardò per un attimo e poi distolse lo sguardo, strinse i pugni e se ne andò, mentre si allontanava, sentì Joe sussurrare con un filo di voce - Non ti riconosco più … - lei udì benissimo quelle parole, ma non volle tornare indietro sui suoi passi. La sua testa le diceva che non ne valeva la pena, ma le sfuggii una frase:
- I can’t see the end of that dark tunnel so I’m very afraid, like a desert with a blazing sun, like a person crying out of thirst … -2
Ritornò da Kami, che la stava guardando con aria compiaciuta e con la stessa faccia e lo stesso senso di vittoria, guardò Joe andarsene senza voltarsi.
Joe se ne andò, senza mai voltarsi una volta, non poteva farlo, lei si sarebbe accorta della lacrima che aveva rigato la sua guancia,non si era mai sentito così vuoto: aveva la sensazione di aver perso una parte di sé. Un senso di freddo gelido lo investì, lasciandolo frastornato e perso; non seppe neanche lui come riuscì a raggiungere la sua auto, ma la raggiunse e vi salì, rimase per molto tempo a guardare il volante, come se fosse ipnotizzato, poi, quasi automaticamente, mise in moto e partì. Guidava come se fosse un automa: si fermò al semaforo rosso e pian piano, mentre aspettava il verde, iniziò a riprendere coscienza di sé, scosse la testa e si passò una mano sugli occhi, come a cancellare quello che era successo. Sentì mancargli di nuovo il respiro, come gli era successo prima, fu un attimo, ma bastò a fargli male; gli occhi si posarono sullo stereo e senza pensarci, lo accese. Voleva non pensare, voleva spingere lontano da lui quell’amarezza, voleva guidare per tutta la notte e la compagnia dello stereo lo avrebbe aiutato a reagire. Forse …
Kami, decise che per quella sera era stata sufficiente la sfilata improvvisata, dunque, riportò Françoise a casa: mentre erano in auto, lei non parlò e non si mosse dalla posizione in cui era.
Kami, senza guardarla, le chiese:
- Stai male? – la ragazza scosse la testa, tuttavia, lui continuò con le domande - Hai voglia di piangere? –
Lei lo guardò con sguardo vuoto e rispose con voce ferma:
- No! –
Kami alzò il sopracciglio sinistro in senso di sorpresa e rimase un attimo in silenzio, prima di chiederle ancora:
- Chi era quel tipo? Il tuo fidanzato? Il tuo principe azzurro sul bel destriero bianco, che viene a salvare la principessa in pericolo? –
Il tono fu alquanto derisorio, ma Françoise non si scompose, alzò gli occhi, dritti verso di lui:
- I principi azzurri non esistono. Io non credo nelle favole! –A quelle parole Kami pensò che il primo step fosse stato raggiunto: l’oscurità aveva soppresso la luce.
Una volta arrivati, Françoise scese dall’auto e si diresse verso casa di Kami, aspettò che lui le aprisse la porta ed entrò; con un filo di voce, gli chiese se potesse accompagnarla alla stanza che l’avrebbe ospitata. Kami le fece strada, le aprì la porta e accendendole la luce la fece entrare. Lei rimase immobile in mezzo alla stanza, come fosse stata una statua, la testa le faceva male, la sentiva pesante e piena di pensieri.
Kami le si avvicinò:
- Se vuoi … posso aiutarti a svestirti … -
Françoise non rispose, fece solo un debole gesto di consenso con la testa: il suo sguardo era perso nel vuoto, il suo corpo era lì, ma la sua mente era altrove, lontana e persa chissà dove. Sentì le mani di Kami sbottonarle l’abito lentamente: stranamente non aveva paura, era come se ormai non avesse più niente da perdere. L’abito cadde per terra, lasciando la ragazza in biancheria, Kami la osservò e rimase sconvolto dalla sua bellezza così fragile e delicata, si morse il labbro con forza, per trattenere il suo desiderio crescente, verso quell’anima ancora incompleta:non poteva rovinare tutto, ancora non poteva essere sua!
Le diede un ultimo sguardo, pieno di desiderio e poi lo distolse, andò a prenderle la camicia da notte e gliela porse, dicendole:
- Fai da sola! La mia volontà ha un limite e lo ha già superato! - Dicendo ciò, si girò ed uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.
Kami sentiva il sangue salirgli alla testa, il respiro diventare irregolare e la vista annebbiarsi: quella ragazza sapeva accendere i suoi sensi senza fare nulla e questo aumentava il suo desiderio nei suoi confronti, ma era ancora troppo presto.
Joe guidò fino all’alba senza una meta, con l’unico desiderio di scappare da ciò che lo faceva stare male. Ad un certo punto si fermò in un piazzale, che dava su un piccolo golfo e si mise a guardare l’alba di un nuovo giorno: inclinò la testa e si chiese se volesse un nuovo giorno simile, un nuovo giorno senza sapere, se lei sarebbe mai tornata indietro.Con la testa confusa e il cuore stravolto, tornò alla base, sentendosi più solo che mai.
Françoise si alzò dal letto: la testa ancora pesante dalla sera prima e da quella strana sensazione di aver perso qualcosa. Si vestì e scese giù in cucina, salutò appena Kami e si mise a sedere, con lo sguardo stanco.
Lui si innervosì nel vederla ancora così. - Datti una scossa! Oggi abbiamo molte cose da fare. Ed io non posso andare a giro con una mummia accanto! – La ragazza gli rispose quasi svogliatamente:
- Non ti preoccupare di me. Pensa piuttosto a te! –
L’uomo la guardò sorpreso da quella affermazione e con un sorrisino sibilò un sì.
Quel giorno passò velocemente, tra incontri vari, interviste, sessioni di trucco e di postura: la sfilata improvvisata della sera prima era finita su tutti i giornali, destando ancora di più la curiosità dei media sulla nuova collezione della stilista Akiko. Françoise non diede alcun segno di debolezza, era fredda e sorridente e da lei si poteva sentire sprigionare una grande forza interiore, sembrava molto sicura di sé, bella da mozzare il fiato, ma irraggiungibile: a starle troppo vicino si correva il rischio di essere oscurati dalla sua immagine così forte!
Passarono alcuni giorni, più o meno con gli stessi ritmi e Françoise si mostrava sempre più sicura e carismatica, al punto che molte riviste parlavano di lei e l’avevano soprannominata “ The Goddess” per la sua bellezza così eterea e luminosa.
Kami ricevette l’invito per una serata in onore della ragazza, organizzata dalla rivista che aveva avuto l’esclusiva di intervistarla.Sorridente, andò da lei mostrandole il biglietto e dicendole di prepararsi per uscire, poché sarebbero andati a scegliere un vestito della collezione adatto all’evento.
Mentre erano in auto, Kami sottolineò un particolare dell’invito:
- Qui sull’invito è specificato che puoi invitare anche un’altra persona al ricevimento … - lei lo guardò con aria interrogativa senza dire nulla, Kami, allora, continuò con il suo discorso - Magari … potrebbe essere l’occasione giusta per riparlare con quel tipo … ricordi? Il principe azzurro … -
Françoise lo guardò cupa e ribadii il suo concetto:
- Te l’ho già detto: i principi azzurri non esistono! Semmai esistono i lupi cattivi … -
Kami sorrise e cercò di stuzzicarla:
- Ah,sì? E che aspetto hanno? Intendo: i lupi cattivi … -
La ragazza lo guardò e con tono secco gli disse di provare a guardarsi allo specchio. Kami si mise a ridere con soddisfazione: poteva vedere fluire l’alone nero dal vaso di Pandora.
Françoise provò vari vestiti, ma nessuno soddisfava il gusto di Kami, così, al quinto vestito Françoise sbuffò:
- Per quanto ancora, hai intenzione di farmi continuare a cambiare vestito?! Mi sono seccata … - Kami pensò che era diventata molto impertinente e viziata nei suoi modi di fare, della ragazza che aveva incontrato al Parco di Ueno non era rimasto molto … ma ancora troppo per essere pronta.
Finalmente Kami trovò l’abito perfetto per quella serata e, dopo, tornando verso casa, riprese il discorso dell’invito al ricevimento:
- Invitalo! – le disse, riferendosi a Joe
Françoise sospirò e con tono infastidito gli rispose:
- Perché dovrei farlo? –
L’uomo ci pensò un attimo:
- Il lupo cattivo ha bisogno di un antagonista per essere tale! –
Lei lo guardò e gli scappò un sorriso ironico.Joe ricevette una missiva strana, il plico era molto elegante e la carta scelta era molto pregiata. Aprì la lettera e rimase a bocca aperta nel leggerla, perché era un invito ad una festa d’elite, con pass VIP allegato e alcune righe di accompagnamento che recitavano: “Don't be afraid, don't be ashamed . Anything is allowed. Love and dream, we'll show you your dream. Here is your wonderland. The invitation "Come here" is only for you. I promise you that you will never regret you've come.” . 3La lettera non era firmata, ma avrebbe potuto riconoscere quel profumo tra mille: si chiese il perché di quell’invito, da quella sera in cui l’aveva incontrata, non aveva più avuto notizie di lei, se non dai giornali che leggeva, e ora questo, improvvisamente, senza un perché. In un primo momento decise di non andare, ma poi … forse, Françoise aveva cambiato idea e glielo voleva dire; fu combattuto per un po’ sul da farsi, ma alla fine si convinse che forse era l’ultima speranza.
Giunse la sera del ricevimento. Kami guardava con desiderio la sua creatura, seduta di fronte a lui in auto. Françoise indossava un abito nero di shantung, con scollo a “vu”: l’abito era corto sul davanti, mentre dietro era lungo fino ai piedi, alla vita indossava una cintura alta fino al seno in Svaroski neri. A completare la mise, un paio di orecchini pendenti con diamanti neri e un bracciale che riprendeva le linee degli orecchini, sempre di diamanti neri, infine, ai piedi indossava degli eleganti sandali neri, anch’essi di shantung, con tacco a spillo e legati a schiava. Anche il trucco riprendeva il nero e risaltava in maniera perfetta i suoi bellissimi occhi cerulei. Per quell’abito Kami, aveva scelto di lasciarle i capelli sciolti e leggermente scarmigliati, doveva sembrare una dea scesa sulla terra a concedere udienza ai suoi sudditi, e ci era riuscito: era la trasformazione più vicina all’ultima evoluzione.
Françoise si voltò a guardarlo: - Perché mi stai guardando con quegli occhi così bramosi? Mi desideri? - fece una pausa, accavallò le sue bellissime gambe, attirando la sua attenzione, e poi continuò - Sapere di non poter aver qualcosa la rende ancora più desiderabile … -
Kami pensò, che anche il secondo step fosse stato raggiunto e che ormai mancasse poco. Il tempo stava per finire: l’ultimo giorno di Hanami stava per arrivare, tuttavia, doveva comunque sbrigarsi a svuotare il vaso di Pandora il prima possibile. Le sorrise e sogghignando le rispose, finalmente, che era tutto da vedersi: il fascino del lupo cattivo poteva oscurare quello del principe azzurro. Françoise lo guardò ironicamente e poi si voltò a guardare la città di notte, con le sue luci e la sua vita parallela, cercò di respingere quel pensiero, ma si stava facendo prepotente nella sua mente: Joe sarebbe venuto alla festa? La ragazza cercava di non pensarci, come cercava di non sentire gli occhi di Kami su di lei ed i suoi inutili discorsi, con tutto ciò, l’idea di essere contesa tra Kami e Joe le piaceva e le procurava una strana eccitazione lungo tutto il corpo.
Kami e Françoise fecero il loro ingresso in sala, sotto gli occhi spalancati e le bocche ammutolite dei presenti, di fronte alla bellezza della ragazza. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, Kami le si avvicinò all’orecchio, chiedendole, a voce bassa, come si sentisse ad essere desiderata da tutti i presenti, uomini e donne comprese. Françoise non considerò la sua domanda, era ansiosa di sapere se Joe era lì, non ne capiva perché, dopo quella sera a Ginza, non aveva più pensato a lui e soprattutto non le era mancato, adesso, invece, era in trepidazione, voleva sapere se era venuto a cercarla oppure non gliene importava nulla di lei. Diede un rapido sguardo e non lo vide, sentì il cuore battere un colpo in meno e sentì che qualcosa stava cambiando nuovamente in lei. Negli ultimi tempi, sentiva spesso quella sensazione: come se dentro di lei ci fosse qualcosa che cresceva e si evolveva all’interno.
La serata giunse lentamente quasi alla fine e Françoise sembrava essere cambiata nel corso di quel tempo. La sua espressione era diventata languida e sensuale, così come i suoi movimenti, gli uomini la divoravano con gli occhi e lei si concedeva ai loro sguardi lascivi, passando come un angelo nero fra di loro. Kami guardava il suo cambiamento, ancora imperfetto e si chiedeva come sarebbe diventata una volta che l’avrebbe incontrato, ma la sua curiosità sarebbe stata soddisfatta a breve: vide Joe entrare in sala con passo sicuro e deciso. Il fotografo, allora si diresse verso Françoise e, afferrandola per un braccio, l’attirò a sé, bisbigliandole all’orecchio che il principe azzurro era arrivato.
Françoise lo guardò interdetta: -Sembri quasi felice del suo arrivo … -
L’uomo sorrise e con voce sicura le rispose:
- Certo! Perché una volta che ti sarai accorta che il principe azzurro è noioso, verrai da me senza rimpianti! –
Françoise abbozzò un mezza risata ironica, si liberò dalla stretta di Kami e se ne andò. Una parte di lei scalpitava dalla voglia di cercare Joe, ma un’altra ne frenava l’entusiasmo: doveva calmarsi e tornare ad essere impassibile, prima di incontrarlo. Si diresse verso la terrazza per prendere un po’ d’aria e riposare la mente, alzò la testa verso il cielo per cercare la luce della luna, ma non la vide. Il cielo era scuro e neanche le stelle riuscivano a schiarirlo, Françoise pensò che un cielo senza luna era molto triste e vuoto … Si voltò di scatto, sentendo qualcuno alle sua spalle: prima vide solo un’ombra scura che, camminava nel buio della notte verso di lei e poi riuscì a intravederne il volto. Era Joe.I due erano di nuovo l’uno di fronte all’altra: si osservavano in silenzio, senza dire una parola, un istante divenne un’eternità. Gli occhi di Françoise si abbassarono tristemente e con passo lento tornò dentro la sala, esimendosi dal confronto con lui.
- Non hai niente da dirmi? - le urlò, allora, lui - Dopo tutto sei stata tu ad invitarmi qui e a scrivermi quel messaggio! –
Françoise si fermò, prese fiato e rispose con calma:
- Hai ragione! Ma adesso mi accorgo che non ho niente da dirti! – detto ciò, se ne andò definitivamente, lasciandolo solo sulla terrazza buia.
Joe rimase fermò dov’era per parecchi minuti, con la mente vuota e il cuore ferito, quando però, si riscosse da quello stato, decise di andarsene, non aveva senso rimanere lì!
Kami lo vide andarsene e pensò che, forse, quella sera ghiaccio e fuoco sarebbero diventati, finalmente, la stessa cosa, indirizzò quindi, la sua attenzione verso Françoise, cercando di percepirne un nuovo cambiamento, ma la sensazione che ne ebbe fu quella che nulla fosse cambiato. Aggrottò la fronte, chiedendosi come mai non fosse ancora successo nulla, eppure era convinto che rivedere Joe, avrebbe liberato completamente il vaso di Pandora.
La serata si concluse e Kami e Françoise tornarono verso casa, durante il tragitto, lei che era solita sedere di fronte a lui, gli si mise accanto, gli si appoggiò lentamente, piegando di lato le lunghe gambe affusolate.
Le sue parole frantumarono il silenzio che c’era in auto:
- Mi vuoi? –
L’uomo rimase un attimo immobile, senza proferire parola, poi, si girò verso di lei e l’accarezzò sul volto dolcemente. Per il resto del tragitto la tenne stretta a sé, in un sensuale abbraccio, pregustandosi già il loro rientro a casa...
Quando Kami chiuse la porta, guardandò Françoise dritta negli occhi, l’attirò a sé, afferandola per i fianchi: il suo gesto era carico di desiderio e Françoise tremò. Lui percepì le sue emozioni e con leggera forza la spinse contro il muro: iniziò a baciarle il collo, lei chiuse gli occhi e sentì il suo cuore cominciare a battere forte. Kami sentiva crescere il suo desiderio sotto i suoi baci ardenti: era perfettamente cosciente delle sue reazioni e della situazione. Le sue mani divennero bramose: giunsero alla cerniera dell'abito e l'aprirono. L'abito cadde per terra, lasciando Françoise quasi completamente nuda, ma lei non mostrò alcuna esitazione di fronte al suo gesto. Kami allora divenne ancora più audace: la sua bocca scese dal collo fino al suo seno, strappandole un grido di piacere. Gli occhi di lui si accesero di una luce oscura: ultimo step, lussuria. Si fermò un attimo guardandola, la prese in braccio, dirigendosi verso la camera da letto, poi, l'adagiò sul letto e rimase a guardarla dal bordo del medesimo: il suo corpo era perfetto, con quella pelle bianca come la luce della luna e vellutata come la seta, il seno sodo e proporzionato, il ventre morbido e i fianchi dolcemente rotondi e infine le lunghe gambe affusolate e toniche. Kami iniziò a togliersi i vestiti lentamente, senza toglierle gli occhi di dosso,e Françoise si lasciava guardare senza esitazione, mentre i suoi occhi divennero lucidi e le pupille si dilatarono. L'uomo rimase solo con i pantaloni, si mise a sedere di nuovo sul bordo del letto ed iniziò ad accarezzarla con un dito, come se toccasse una preziosa bambola di porcellana. Seguì il profilo del suo corpo con un dito e si soffermò sulla linea delle cosce morbide e snelle, accarezzandole. Si piegò su di lei e cominciò a baciarle il ventre, tracciando una linea di piacere e poi, risalì nuovamente verso il suo seno. Françoise non sentiva né timore né rimpianti per quello che stava per accadere: in passato, ricordò per un breve istante, che quel momento l'aveva timidamente immaginato con un altro uomo...ma adesso quell’uomo non significava più nulla per lei, era finalmente svanito dalla sua testa, il suo pensiero aveva smesso di torturarla e farla soffrire,finalmente, aveva la mente libera da quel dolore persistente e, lentamente, dalla sua testa iniziò a svanire anche la sua immagine: incominciò a diventare sfocata, fino a sparire e lei smise di ricordare il suo nome.Kami, riusciva a percepire i suoi pensieri e nel preciso momento in cui lei lo dimenticò, lui le sussurrò:
- Make it happen... -
Joe stava guidando verso la base, quando improvvisamente sentì un fitta al petto: ebbe la sensazione che qualcuno gli avesse infierito una coltellata al cuore e la sensazione fu così reale che si portò una mano al petto per controllare, ma non aveva nulla. Quello che accadde poi, durò una manciata di secondi: in quei pochi attimi, Joe fu incosciente. Una terribile sensazione di aver perso qualcosa lo assalì con violenza, suscitando in lui una forte paura e poi l’oblio: si ritrovò in una stanza senza luce, guardò oltre il buio e vide due corpi abbracciati su un letto. Spalancò gli occhi quando si accorse che erano Françoise e Kami. Sentí il terreno sotto i piedi cedergli e quando vide Kami mettersi sopra di lei e avvicinarsi alle sue labbra, urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni: - No! – Improvvisamente, l'immagine di fronte ai suoi occhi si frantumò in mille pezzi e lui ritornò in sé, frenò con violenza e l'auto inchiodò nel mezzo della strada desolata. Joe si passò una mano sul volto, stava sudando freddo e il cuore batteva furiosamente.
Kami si sdraiò su Françoise, si avvicinò per baciarla sulla bocca quando, come un fulmine che attraversava il cielo in tempesta, la voce di Joe attraversò la mente di lui: il suo grido di dolore lo trafisse come una freccia e Kami si arrestò a pochi centimetri dalla bocca di Françoise. Si alzò rapidamente e uscì dalla stanza di corsa, lasciando la ragazza distesa sul letto stupita e senza parole. - Che cosa è successo? - Kami si chiese tra sé, guardando il suo viso riflesso in uno specchio.Non capiva: lei aveva rimosso l'immagine di Joe dalla sua mente, era riuscito a sentirne il momento preciso, eppure, qualcosa era andato per il verso sbagliato anche se, solo lui era riuscito a sentire il grido di Joe, Françoise, ne era sicuro, non l'aveva sentito. Si fermò un attimo a riflettere e giunse alla conclusione che, la trasformazione non era completa e che una piccolissima goccia nel suo cuore era ancora bianca e candida: avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno e comunque, sarebbe diventata completa l'ultimo giorno dell'Hanami. Doveva avere pazienza o avrebbe rovinato il suo sapore...
Françoise riaprì gli occhi, chiedendosi cosa fosse successo a Kami, perchè avesse reagito così: preferì, tuttavia, non seguirlo e decise di aspettare in camera. Kami non tornò e lei si addormentò, cadendo in un sonno senza sogni.
Giunse il mattino e la giovane si svegliò da sola nel letto, Kami non era tornato o per lo meno non lo aveva sentito tornare, decise di mettersi qualcosa addosso e scendere a cercarlo. Lo trovò in cucina a bere il caffè tranquillamente, come se niente fosse successo. Françoise esitò ad entrare nella stanza per un attimo, ma poi lo fece ed entrando lo salutò: l'uomo si voltò a guardarla e con espressione tranquilla, rispose al suo saluto. La ragazza si mise a sedere di fronte a lui, si versò un pò di caffè nella tazza e mentre la sorseggiava pensò che fosse meglio non riparlare della sera prima.
La giornata successiva e quelle dopo, furono dense di appuntamenti, di interviste, di prove di trucco e vestiti: Françoise e Kami si spostavano da una parte all'altra della città, senza mai fermarsi, per rispettare i tempi del loro programma.
Un giorno, era pomeriggio inoltrato, mentre erano in auto e si stavano dirigendo alle ultime prove, Françoise si soffermò a guardare il cielo al tramonto e pensò che gli ultimi giorni erano stati diversi, a cominciare dal suo stato emotivo: si sentiva stranamente leggera, come se si fosse liberata da un grosso peso, ma al contempo, la stessa sensazione le procurava un forte senso di vuoto e malinconia, inoltre, Kami aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti, dopo quella sera era diventato freddo e distaccato. La cosa, all'inizio, l’aveva un pò turbata, non avendo compreso il suo atteggiamento, ma poi le diventò tutto indifferente e si concentrò solo sul suo lavoro. La giovane si perse nei suoi pensieri e preso coscienza che l'indomani si sarebbe concluso il suo lavoro, si sentì stranamente preoccupata e smarrita.Il giorno dopo ci sarebbe stato l'ultimo servizio fotografico, quello più importante dal punto di vista della collezione, nel Parco di Ueno a tarda sera, sotto gli ultimi petali dei sakura in fiore. Sarebbe stato l'ultimo giorno dell'Hanami.
Era l'ultimo giorno dell'Hanami e Joe e gli altri decisero di uscire a fare un'ultimo giro sotto i sakura del Parco di Ueno. Gli ultimi giorni erano trascorsi lenti e piatti, e loro stessi sentivano un forte vuoto attorno a sè, anche se non capivano: era come se mancasse qualcuno di molto importante tra di loro. Tutti avevano questa percezione strana e confusa, eppure non mancava nessuno, inspiegabilmente erano tutti alla base e nessuno era in missione, eppure, la base sembrava vuota e silenziosa, nonostante la loro presenza e le loro voci...
Ormai mancava poco: questione di minuti e Kami avrebbe assaporato il puro nettare divino. Guardava Françoise e si chiedeva quanto mancasse alla fine della sua trasformazione: l'Hanami stava per finire e lui era ansioso di gustare la sua ambrosia, preparata con tanta cura e solerzia.
Era sera quando Joe, Jet, Albert e Seven percorrevano gli ultimi sentieri del parco, sotto i sakura in sfioritura: la loro attenzione fu attirata dal chiasso di una folla lì vicino, decisero, così, di andare a vedere cosa stava accadendo. Si trattava di un set fotografico: la gente chiacchierava, aspettando di vedere la modella e di assistere a quella inusuale sessione fotografica.
Seven si rivolse agli altri:
- Strano che usino il Parco di Ueno, con i sakura sfioriti, per un reportage fotografico...E' antiestetico, non trovate?" –
Gli altri riconobbero che, effettivamente, era inconsueto. Jet ci pensò un attimo e poi disse:
- Sarà qualche fotografo che segue lo stile gotico e retrò! Comunque, rimaniamo almeno a vedere la modella! Se non altro ci rifacciamo gli occhi!" –
Albert si mise a ridere e gli fece notare, che non perdeva mai l'occasione di guardare una bella donna! Anche Joe e Seven si misero a ridere all'affermazione di Albert!
All'improvviso, però, Joe sentì una sensazione cupa, come se stesse per succedere qualcosa di negativo. Jet se ne accorse e gli chiese se stava bene, lui gli rispose di non preoccuparsi, probabilmente era solo un momento di stanchezza. Nei giorni passati, non era stato bene, aveva avuto i battiti del cuore accelerati e sentiva continuamente un forte dolore al petto, ma nonostante i controlli del Dottore non era emerso nulla di anomalo. Il Dottore aveva pensato che, l’unica cosa probabile, fosse uno stato di stanchezza accentuato, ma Joe aveva l'impressione che fosse altro e che fosse collegato a quel senso di vuoto che sentiva.
Pochi attimi dopo, le voci intorno a loro si ammutolirono di colpo: Joe e gli altri se ne accorsero e si guardarono attorno, stava arrivando la modella, era di una bellezza sorprendente, che toglieva il fiato. Era vestita con un abito di seta e veli neri strappati, con le spalle scoperte e un generoso scollo, mentre camminava si intravedevano le lunghe ed esili gambe muoversi con eleganza sotto la gonna, che si basava sulla tecnica della trasparenza tra la stoffa di seta e i veli. Non indossava scarpe, era a piedi nudi e lungo le gambe vi erano nastri di seta nera che si intrecciavano come i lacci delle schiave, che partivano dalle sue caviglie e risalivano fino alle ginocchia. Gli stessi nastri, ma impreziositi da brillanti neri, erano disposti lungo entrambe le braccia. Il trucco, marcava gli occhi cerulei, che sembravano un cielo in piena tormenta, le labbra erano di un rosa pallido, così come le guance che risaltavano sul volto etereo e pallido.Nei capelli biondi e sciolti in modo scompigliato, si alternavano fili di seta e perle nere, infine, al collo, la ragazza portava un pendente con un diamante nero a goccia. Sembrava un angelo nero caduto sulla terra.
La ragazza passò accanto a Joe e agli altri, a pochi centimetri, tanto che poterono sentire il buon profumo di vaniglia che sprigionava intorno a sé: fu una frazione di secondo, gli occhi della modella incrociarono lo sguardo dei quattro ragazzi.
Appena passò, Jet fece un commento:
- Non ho mai visto niente di così spaventosamente bello... –
Seven era rimasto a bocca aperta, senza parole nel vedere una bellezza così oscura.
Anche Joe era rimasto senza parole, ma per quell’alone oscuro e negativo che emanava la modella: pensò che fosse anomalo che emanasse una fragranza così delicata e dolce, mentre dalla sua persona emergeva un tale senso di negatività e morte...
Françoise, mentre percorreva il sentiero a piedi nudi, verso il centro del set, notò con piacere che vi era una folla numerosa: sarebbe stato un bell’incentivo a dare il meglio di sé, avrebbe dato lo spettacolo che quelle persone cercavano. Tra la gente presente incrociò lo sguardo di quattro uomini: non era sua consuetudine guardare, ma essere guardata, tuttavia, le fu impossibile non rivolgere loro uno sguardo breve mentre gli passava accanto . Gli sembravano dei volti noti, un ricordo vago del passato: avrebbe potuto dire un flashback, se solo li avesse conosciuti.
Kami osservava la scena: si erano passati accanto senza riconoscersi, come dei perfetti sconosciuti, nessuno di loro aveva avuto un tentennamento, nemmeno il biondo “principe”. Kami pensò che la trasformazione era completa. Sorrise, di un sorriso crudele e maligno, mentre vide la ragazza avvicinarsi a lui e alle sue spalle, i quattro uomini andarsene.
Joe voleva andare via, era tardi e si sentiva stranamente senza forze e poi sentiva una sensazione spiacevolmente dolorosa a stare lì, tale che gli fece di nuovo, male al petto. Di nuovo quel forte dolore al cuore che non capiva, aveva bisogno di tornare a casa e riposare: i ragazzi lo assecondarono subito, preoccupati dal suo visibile malessere. Se ne andarono e tornarono verso le loro auto.
Era quasi mezzanotte e l'ultimo giorno di Hanami stava per concludersi.
Erano gli ultimi scatti della collezione, quando Françoise cominciò a sentirsi male. Iniziò a girarle la testa poi, un forte dolore allo stomaco e un senso di nausea intollerabile, cadde con le ginocchia per terra, tenendosi la mano sulla bocca: aveva una forte di nausea. Alzò lo sguardo di fronte a sé, cercando aiuto, gli occhi le si offuscarono, cominciando a vedere solo ombre grige: ebbe la sensazione che la folla si fosse pian piano volatilizzata, non vedeva più nessuno.
Guardò in direzione di Kami, ma mentre lo feceva cominciò a sentire freddo, stava tremando, le sembrava che l'aria intorno a lei si fosse gelata: sentiva gli arti doloranti per il troppo freddo, era in pieno assideramento. Udì dei passi che le si stavano avvicinando e poi una voce profonda che sembrava provenire dall'oltretomba:
- Finalmente! Era ora che cominciasse il processo di smaterializzazione! –
Françoise udiva quella voce così lontana, dire parole insensate e con tono così crudele nei suoi confronti, e non capiva perché. Una figura le si avvicinò, si chinò verso di lei, allungò la mano e le sollevò il mento, l'uomo voleva che la guardasse negli occhi in quegli ultimi istanti di vita: voleva vedere il suo dolore, la sua paura, la sua fine.
Françoise riconobbe, prima che i suoi occhi smettessero di vedere definitivamente, il volto di Kami e con un filo di voce gli chiese perché le stesse facendo questo.
Kami rispose:
- Bene,ti concederò la grazia di conoscere, ma sappi che, alle anime che stanno per essere divorare da un demone, non é necessaria alcuna spiegazione! - si interruppe per un attimo e poi continuò a parlare alla ragazza, ormai riversa per terra, senza forze e dolorante - Vediamo: da dove posso cominciare... Ah,sì! Dal giorno del nostro primo incontro... – Il demone le iniziò a raccontare che quel giorno, lui era uscito a caccia di un'anima pura, che diventasse il suo pasto prelibato, ma perché lo potesse essere doveva prima essere macchiata dell'oscurità: tanto più l'anima fosse stata pura, tanta più oscurità avrebbe attirato verso di sé e tanto più gustosa sarebbe diventata. Aveva passato la mattina a girare nel Parco di Ueno alla ricerca di quell'anima, di cui poteva sentire l'odore di vaniglia misto ai fiori di sakura da chilometri, ma perdeva continuamente le sue tracce e non capiva per quale motivo, finché non si incontrarono per caso al bar.
- Lì capii finalmente perché continuavo a perdere le tue tracce! - le spiegò, ancora - Avevi passato la mattina a girare per i sentieri del parco, cercando disperatamente di mettere pace tra te e la tua anima. Alternavi momenti di tranquillità a momenti in cui, la tua anima si macchiava fortemente di invidia e rancore. Proprio in quei momenti, in cui il tuo cuore si perdeva nell'oscurità, io perdevo le tue tracce!–
Kami continuò a spiegarle che, quando intuì il suo dissidio interiore, fu semplice per lui capire come attirarla nelle sue mani:
- La tua anima mostrava una spaccatura, che l'ha resa tremendamente fragile e debole. Per me, fu un gioco capire come aggirarti! - riguardò la ragazza e si leccò le labbra, pregustando il momento in cui avrebbe banchettato con la sua anima, dopo, ricominciò a parlare - Un’anima deve essere preparata, per essere divorata, e per farlo bisogna farla passare da tre livelli: trasformare luce in oscurità, innocenza in malizia e purezza in lussuria. La mente viene così obnubilata dalle tenebre, rimuove tutto ciò che la rende cosciente. Da ciò a cui tiene a ciò che la fa soffrire. E infine, per essere mangiata, spogliata del suo involucro umano. Trasformata in un corpo di ghiaccio, tra brividi, difficoltà motoria, battito cardiaco e respirazione rallentati e lenta perdita della percezione dei propri arti. Una sofferenza molto lenta … Quando il tuo corpo arriverà al punto di frantumarsi, allora comincerai a scioglierti … -
Françoise faceva fatica a seguire quei discorsi assurdi, non riusciva a rimanere lucida: il dolore e il freddo la stavano sopraffacendo, all’improvviso, però, quando pensava che il suo corpo si stesse per frantumare in mille pezzetti, sentì un forte calore provenirle da dentro, un fuoco che la stava consumando dall’interno. Con la poca lucidità rimasta, vide il volto di Kami trasformarsi in quella di un mostro nero e deforme, con le ali di pipistrello e il suo ghigno mostruoso che si gustava lo spettacolo della fine della sua preda.
- Adesso è questione di attimi: le fiamme scioglieranno il ghiaccio e bruceranno ciò che è rimasto ancora di umano! - le disse il mostro
Il volto di Françoise si distorse in un’espressione di puro dolore e terrore, sentì le fiamme divorare ciò che era rimasto del suo corpo: il dolore era così intenso che non riuscì a contenere un grido straziante.
Proprio mentre stava per perdere completamente i sensi, rivide in un attimo la sua vita negli ultimi anni e riconobbe quei volti che aveva incrociato nella folla, i suoi occhi cominciarono a versare lacrime di sofferenza, rendendosi conto che tutto quello che le stava accadendo era solo per causa sua: la sua invidia e gelosia, l’avevano portata ad odiare e a dimenticare chi invece nutriva affetto sincero per lei.
Lentamente il suo corpo cominciò a svanire, bruciato da quelle fiamme demoniache e con l’ultimo soffio di vita e gli occhi pieni di lacrime, riuscì a sussurrare le sue ultime parole
- Joe … perdonami … -
Il suo cuore smise di battere e i suoi occhi si spensero.
In quello stesso momento, Joe sentì una fitta al cuore che lo costrinse a piegarsi sulle ginocchia: il buio che aveva pervaso la sua testa negli ultimi giorni svanì, lasciando il posto alla luce. Si ricordò tutto: il suo sorriso, i suoi occhi cerulei e innocenti, la sua timidezza e il suo essere così generosa con tutti. Alzò gli occhi verso il cielo stellato, sotto lo sguardo preoccupato degli amici e iniziò a gridare il suo nome - Françoise! – si sollevò in piedi e tenendosi una mano al petto dolorante, tornò indietro da lei.
Gli altri non riuscivano a capire cosa gli fosse preso, quando, anche in loro, la luce scacciò l’oscurità e si ricordarono dell’amica.
Dal corpo di Françoise, proprio mentre stava svanendo nel nulla, si sprigionò una fortissima luce, talmente accecante, che il demone dovette pararsi gli occhi con un braccio. Era una luce così pura e brillante che il demone sentì la pelle iniziare a bruciare, non capiva come fosse possibile, ma l’anima di quella ragazza aveva spazzato via l’oscurità e il suo corpo, che un attimo prima stava svanendo, stava riformandosi sotto i suoi occhi increduli. La luce stava diventando sempre più forte ed il demone finì per essere purificato da essa, si sgretolò come una statua di argilla, lasciando solo un mucchio di ceneri nere.
Françoise riapparve nelle sue fattezze, distesa per terra e priva di sensi.
Quando Joe e gli altri giunsero, la trovarono svenuta e ricoperta di petali rosa di sakura. Joe la prese tra le braccia e iniziò a chiamarla per nome:
- Françoise, per favore torna in te! Rispondimi! -
Gli occhi gli si riempirono di lacrime e alcune di esse caddero sulle guance della ragazza: era ancora viva, riusciva a distinguere chiaramente il suo cuore battere, anche se fievolmente, ma batteva. Françoise riaprì lentamente gli occhi, riusciva a sentire la voce dei suoi amici che la chiamavano, anche se la vista era ancora offuscata;riconobbe subito il loro volto, finalmente, era tornata padrona della sua mente e della sua anima, ricordava chiaramente ogni cosa: i loro volti, i loro nomi, le loro avventure e i pericoli che avevano corso assieme.
Joe la prese tra le braccia e la tenne stretta a sé, il suo abbraccio era deciso e dolce e Françoise non riuscì a fare a meno di abbandonarsi a quella calda e sicura stretta.
Françoise iniziò ad aprire gli occhi, la testa era dolorante e anche il resto del suo corpo era pieno di dolori. Le sembrava che le fossero passati sopra con uno schiacciasassi, ma lentamente prese coscienza di dove si trovasse: era nel laboratorio del dottore, distesa sul lettino. La finestra era aperta e la luce della luna entrava pallidamente nella stanza. Si sollevò a sedere e si guardò intorno: era sola e non capiva perché fosse lì, sentiva la testa pesante, si portò una mano su di essa e si accorse che era fasciata.
All’improvviso, si aprì la porta ed entrò il Dottor Gilmore sorridendo:
- Ben svegliata, bambina mia! -
Françoise rispose al saluto del Dottore e gli chiese cosa le fosse successo.
Il Dottore alzò gli occhi, stupendosi della domanda della ragazza
- Non ricordi per davvero? –
Françoise lo guardò e mosse la testa in senso di negazione. - Che la botta fosse stata forte me lo immaginavo! - disse, ancora, il dottor Gilmore - Hai perso i sensi e solo ora ti sei ripresa, ma credevo che ti ricordassi … -
Il Dottore lasciò in sospeso la frase, aspettando una sua reazione, ma la ragazza non ricordava nulla. - Ecco, non è successo niente di grave … - le spiegò, allora, l’uomo - Hai solo battuto la testa cadendo … dal tavolo! - Il Dottore si interruppe, vedendo il volto di Françoise interdetto
- Dal tavolo? … Quale tavolo? E perché ero in piedi su un tavolo? – domandò la ragazza.Il Dottore esitò un attimo e poi, le spiegò: - Eri salita sul tavolo, quello vicino alla libreria, per prendere un libro, sull’ultimo scaffale, per Seven e … mentre scendevi hai mancato il panchetto che avevi usato per salire … -
Françoise guardò il Dottore spalancando gli occhi e con voce vacillante gli chiese, se mentre faceva quella “bella figura” ci fosse qualcuno con lei …
- Sì, certo. C’erano Seven, Jet, Albert e Joe. Ti hanno subito soccorso e portato da me, visto che non riprendevi conoscenza! - le rispose l’uomo
Françoise sentì aprirsi la terra sotto di sé, pensò tra sé e sé che, figura peggiore non poteva fare e proprio di fronte a loro! Arrossì fino a diventare paonazza.
Il Dottore, accortosi del suo imbarazzo, sorrise e le disse di non preoccuparsi perché, erano cose che potevano capitare!
Françoise pensò che, avrebbe preferito fosse capitato a qualcun altro che a lei … ma, forse anche lei era stata un incubo e non solo quel brutto sogno !
- Dottore, mi scusi! - disse, dunque - Ha avuto più notizie della Principessa Caterina? - Françoise stava incrociando le dita e sperava di sentirsi dire che, non esisteva nessuna Principessa Caterina.
- Interessante … ti svegli dopo una botta del genere e la prima cosa che ti viene in mente è Caterina?!?”- osservò una voce all’improvviso.
Françoise si girò verso il punto da cui proveniva: nella stanza erano appena entrati anche Jet e gli altri, e proprio lui la stava guardando in modo interrogativo. La ragazza pensò che non doveva essere proprio il suo giorno fortunato e si morse le labbra.
Jet stava sghignazzando e la guardava divertito:
- Beh, ora sappiamo a cosa stavi pensando quando hai fatto quel bel capitombolo! E capiamo anche perché l’hai fatto …! - Jet era decisamente sadico con quei discorsi e Françoise pensò che avrebbe voluto sprofondare.
Seven tentò di sdrammatizzare e ridendo, disse che l’importante era che Françoise non si fosse fatta male! Tutti si misero a sorridere, compreso Joe, che fece finta di non capire le battute di Jet!
Françoise rimase in osservazione tutta la notte, per sicurezza, i ragazzi si intrattennero con lei per qualche minuto, prima di andare a dormire e Jet non le risparmiò neanche una battuta per quella caduta. Alcune anche molto originali, del tipo: -Quante Principesse hai visto mentre cadevi?! –Lei lo avrebbe strozzato e, se solo non fosse stato un chiaro segno di colpevolezza, l’avrebbe fatto. Anche Joe, se la rideva sotto i baffi alle battute di Jet senza dare troppo nell’occhio. Tutto ciò gli risultava alquanto buffo: non vedeva motivo di tanto interesse nei confronti di Caterina da parte di Françoise, anche perché … lei non aveva niente da invidiarle! Questo gli fece pensare che, negli ultimi giorni, gli batteva in testa il testo di una canzone che aveva ascoltato alla radio e che ogni volta che gli capitava di ascoltarla, non riusciva a non pensare a Françoise : - Oh Sexy eyes Sexy nose Sexy mouth, don’t you know? Today I think you are really Sexy…-.4 Rimase stupito da quei pensieri: non erano da lui, ma pensò che, né Caterina né altre in passato, avevano suscitato in lui fantasie del genere … forse, perché, era abituato ad essere lui al centro dell’attenzione: probabilmente, era la prima volta che si trovava nel ruolo opposto … non essere nei pensieri di una certa persona gli faceva un effetto strano, forse, anche per questo, le battute di Jet non gli dispiacevano: in fondo al cuore desiderava che fosse vero e che Françoise fosse stata gelosa di Caterina … anche solo per un attimo!
Rimasta sola nel laboratorio, sotto monitoraggio, Françoise si mise a riflettere sulla sua gelosia, sulla sua caduta e sul sogno fatto … erano tutti da ricondurre ad una sola cosa: Caterina. Si spaventò, pensando fino a che punto fossero giunti i suoi sentimenti … ma cercò di scuotersi e di non pensare più a lei, quei “cattivi pensieri” erano stati la causa della sua caduta e di quell’incubo tremendo, che probabilmente si sarebbe ricordata per un bel po’.
Mentre stava finalmente per addormentarsi, sentii qualcosa di delicato caderle su una guancia: si portò una mano al volto e prese quel qualcosa che le era volato addosso, era minuscolo ed evanescente, lo guardò e rimase senza parole: si trattava di un petalo di sakura ...
1 In giapponese: Kami significa Dio e Kuro-kawa, del fiume oscuro.
2 T-ara, 2012, Day by Day. Korea, Core Contents Media.
3 Namie Amuro ft. After School, 2011, Make it Happen. Japan, Avex Trax.
4 T-ara, 2012, Sexy Love. Korea, Core Contest Media.
Un grazie speciale a Paola, alias JoJo,per l’aiuto morale e grammaticale(!!)che mi ha dato!
Unnie Paola,grazie di cuore per la tua collaborazionee per il tempo che ti ho fatto perdere …Prometto che riuscirò a scrivereciò che mi hai chiesto e a darti l’ispirazione che che cerchi …
E un grazie infinito a unnie Nico,per la fiducia che ripone sempre in me …Grazie di cuore!
© 07/09/ 2012
Cyborg 009 Fanfiction di www.cyborg009.it è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported
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